Il segmento testuale Il campo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 194Entità Multimediali , di cui in selezione 33 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 356
Brano: [...]te temendo di cadere in mano ai nazisti preferirono arruolarsi nella Legione straniera. Tuttavia a partire dall'aprile 1942 la maggior parte degli internati (compresi numerosi italiani) venne consegnata dal governofantoccio di Lavai ai tedeschi, finendo nei campi di sterminio nazisti. Gli italiani che non finirono in Germania vennero invece consegnati alla polizia fascista, tradotti in Italia e confinati per la maggior parte a Ventotene (v.).
Il campo di Vernet fu definitivamente chiuso nell’ottobre 1944, dopo la partenza degli ultimi convogli di internati spagnoli per i lager nazisti di Norderney nell’isola di Aurigny nella Manica (giugno 1944) e di Dachau.
Gli italiani
Fra gli internati del Vernet furono molti dirigenti politici di primo piano, da Luigi Longo a Fausto Nitti, da Franz Dahlem a Francisco Anton, 8 deputati del Reichstag, ufficiali deM’esercito spagnolo, artisti, intellettuali e personalità dell’antifascismo internazionale. Fra gli italiani, oltre ai già citati, furono Giuliano Pajetta, Eugenio Reale, Francesco Leone, [...] [...], Luigi Romeri, Sabbatino Darini, Osiride Margnì, Mario Fantini, Giuseppe Mi!est, Grazio Bacoccoli, Giorgio Bel ardis.
Nel dopoguerra è stata costituita una Amicale degli ex Internati del Vernet che tiene periodici raduni internazionali sul luogo, pubblica un bollettino e ha preso l’iniziativa di erigere un monumento nel cimitero del campo,
Bibliografia: Giacomo Calandrane, La Spagna brucia, Editori Riuniti, Roma, 1974; Aristodemo Maniera, Il campo del Vernet, in “Patria Indipendente”, n. 4 del 2.3.1975; Gli Italiani nei campi di concentramento in Francia (Documenti e testimonianze a cura del Ministero della Cultura Popolare), Società editrice del Mbro italiano, Roma, 1940.
FI.Fo.
Vernocchi, Olindo
N. a Forlimpopoli (Forlì) il 12.4.1888, m. a Roma il 24.12.1957; laureato in Legge.
Figlio di un medico condotto, negli anni deH’Università aderì al socialismo riformista. Nel 1910 fu eletto consigliere comunale a Forlimpopoli e rieletto nel 1914. Direttore provvisorio del foglio socialista locale La lotta di classe e collaborator[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 559
Brano: [...]atico (v.), insieme a tutto il personale a lui sottoposto. Si ritroveranno così a Trieste, per far funzionare la Risiera di San Sabba (v.) gli stessi addetti del lager di Sobibor, da Christian Wirth a Joseph Oberhauser, da Franz Reichleitner a Franz Paul Stangl (v.).
Funzionamento del campo
Il lager di Sobibor funzionò dal maggio del 1942 all’ottobre del 1943, ma i maggiori massacri vi furono compiuti tra il giugno e l’ottobre del
1942. Il campo venne usato specialmente per la eliminazione degli ebrei della Polonia orientale e delle zone polacche occupate dall'U.R.S.
S.. Vi giunsero però anche alcuni convogli provenienti dall’Europa Occidentale.
Le vittime arrivavano su vagonimerce. I loro effetti personali venivano immediatamente sottratti dal personale di guardia e i morituri, completamente denudati, ricevevano l’ordine di entrare nei locali destinati al “bagno”. Alle donne venivano anche rasati i capelli. A questo punto le vittime venivano forzate a entrare nelle camere a gas che erano 5 con una capienza complessiva di 500 p[...] [...]di deportati che, aM'aspettq, sembravano più robusti. Dopo un certo periodo anche questi gruppi di “lavoratori” venivano messi a morte per eliminare qualsiasi possibilità di future testimonianze.
Il personale fisso del campo era costituito da una trentina di SS e da un centinaio di guardie ucraine al
comando di un certo Richard Thomalla, poi dello Stangl (che successivamente diverrà comandante di Treblinka) e per ultimo del Rechleitner.
Il campo aveva pianta rettangolare, era circondato da una recinzione di filo spinato, poi da una fascia di terreno minato e da un canale pieno d’acqua.
La commissione d’inchiesta per i crimini di guerra, costituita in Polonia dopo la Liberazione, ha valutato in circa 250.000 le vittime di Sobibor.
La Resistenza nel campo
Il 14.10.1943 scoppiò tra i “lavoratori” presenti nel campo una rivolta che era stata lungamente preparata sotto la guida dell'ebreo sovietico Alexandr Pechersky, conosciuto sotto il nome di Sachka. Con qualche arma sottratta dall'armeria del lager i prigionieri assalirono le[...] [...]. Ma le altre guardie e le SS reagirono subito e 130 dei rivoltosi furono falciati dalle mitragliatrici prima che potessero uscire dal campo. Altri fuggiaschi furono catturati nelle vicinanze del lager e soltanto una trentina riuscirono a salvarsi, alcuni di essi raggiungendo le formazioni partigiane russe. Subito dopo la rivolta, che segna una delle pagine più gloriose della Resistenza ebraica nell'Europa Orientale (v. Ebrei, Resistenza degli), il campo di Sobibor venne smantellato e le camere a gas furono fatte saltare con la dinamite. Per cancellare anche il ricordo di quella che era la sua posizione geografica, su una vasta area della zona fu piantata una pineta.
Alcuni degli aguzzini di Sobibor furono giudicati in vari processi, nel
1965 a Krasnodar (U.R.S.S.) e nel
1966 ad Hagen (R.F.T.), ma per la grande maggioranza rimasero impuniti. Franz Paul Stangl fu catturato soltanto nel 1967, in Brasile dove aveva trovato rifugio. Tradotto in Germania, venne condannato il 22. 12.1970 all’ergastolo.
Uno dei vicecomandanti del campo d[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 1
Brano: [...]rtanza se, nel corso degli interrogatori, risulti che si ha che fare con persone inoffensive. Ricordate che, per varie ragioni, anche questi elementi possono diventare dei nemici. Di conseguenza, deportazione totale. E non ci si limiti al solo internamento, lo non mi opporrò a che tutti gli sloveni siano internati e sostituiti da italiani. In «altri termini, fare in modo che le frontiere politiche ed etniche coincidano ».
La vita nel campo
Il campo fu posto sotto il comando del tenente colonnello dei carabinieri Vincenzo Cuiuli, comandante militare dell’isola che disponeva, per i servizi di sicurezza, di 2.200 uomini.
A parte primitivi impianti di cucina e lavanderia, allogati in baracche di legno, il campo, circoscritto da filo spinato e cavalli di frisia, non aveva all’inizio nessun edificio e i primi internati furono costretti a vivere sotto piccole tende deH’esercito, ognuna delle quali, prevista per due persone, ne doveva accogliere sei. Il campo era privo di servizi igienici e toccò agli internati scavarsi nei pressi del recinto un pozzo nero. Una volta pieno, ne scavavano un altro e così di seguito.
Le prime baracche di legno furono costruite nel gennaio 1943, ma dovevano servire solo per sistemarvi gli ammalati gravi e i moribondi per denutrizione, tanto che venivano chiamate “baracche dei condannati a morte”. Queste erano divise in compartimenti, ciascuno dei quali
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 2
Brano: [...] daH'Armata Rossa. Nel solo mese di aprile 1945 giunsero 6.500 deportati da Buchenwald, 2.800 da Flossenburg, decine di migliaia
da altri campi. Numerosi gruppi venivano fatti proseguire verso occidente, per la maggior parte a piedi. Fino alle ultime ore che precedettero la liberazione di Dachau, quelle spaventose « marce della morte » diedero l’estrema misura della criminalità nazista nei confronti di prigionieri ormai ridotti a larve umane. Il campo venne liberato dalle truppe americane il 28.4.1945. I liberatori trovarono più di 1.000 cadaveri sparsi sul terreno o ammucchiati nei vagoni della vicina ferrovia. Altre centinaia di deportati, ormai agonizzanti, poterono sopravvivere solo per poche ore. Nelle baracche del campomadre e dei sottocampi giacevano, veri spettri umani, 67.678 prigionieri appartenenti a 39 diverse nazionalità (3.388 gli italiani) in condizioni indescrivibili.
« Nella lingua inglese mancano le parole — scrisse testualmente nel suo rapporto del 30.4.1945' un ufficiale del 7° Reggimento americano — colle quali poss[...] [...]gonizzanti, poterono sopravvivere solo per poche ore. Nelle baracche del campomadre e dei sottocampi giacevano, veri spettri umani, 67.678 prigionieri appartenenti a 39 diverse nazionalità (3.388 gli italiani) in condizioni indescrivibili.
« Nella lingua inglese mancano le parole — scrisse testualmente nel suo rapporto del 30.4.1945' un ufficiale del 7° Reggimento americano — colle quali possa essere descritto, anche solo approssimativamente, il campo di concentramento di Dachau ».
Struttura dei campo
Quello di Dachau non fu soltanto il primo, ma anche il più razionalmente attrezzato dei lager (i successivi vennero per la maggior parte allestiti con mezzi di fortuna e sotto l’incalzare di necessità belliche che mal consentivano di curare l’aspetto tecnico) ; era stato concepito come una gigantesca prigione di basso costo, ma atta a tenere sotto rigoroso controllo molte migliaia di detenuti « pericolosi », con un impiego minimo di forze e senza lasciare ai prigionieri la benché minima possibilità
Militari americani in uno dei vagon[...] [...]ofondo, anch’esso illuminato a giorno.
Distribuite lungo il perimetro e agli angoli del campo si avevano inoltre 7 grandi torri di guardia nelle quali prestavano servizio, 24 ore su 24, sentinelle armate di mitragliatrici e munite di potenti riflettori. Questi uomini avevano l’ordine rigorosissimo di sparare senza esitazione o preavviso contro qualunque essere umano si fosse avvicinato, attraverso la fascia erbosa, alla rete elettrificata.
Il campo aveva un solo ingresso, dal lato del canale, e questo veniva chiuso da un cancello di ferro sul quale si poteva leggere la famosa frase « Arbeit macht frei » (v.). Fiancheggiavano l’ingresso i corpi di * guardia delle S.S. e lo sovrastavano gli uffici di amministrazione. Quando non erano in servizio le S.S. risiedevano nei loro alloggiamenti esterni e nella città di Dachau.
La parte centrale del campo era occupata da 34 grandi baracche in legno [Block) disposte su due file parallele. Ogni baracca o blocco, di m 8x60, era divisa in 4 locali [Stuben), ognuno dei quali era a sua volT ta ripar[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 112
Brano: [...]i spogliatoi, dove ogni vittima era tenuta a deporre in un mucchietto ordinato i propri indumenti. Infine, prima le donne e i bambini, tutti venivano costretti a correre nudi lungo il vialetto alberato che portava alle camere a gas. Seguivano poi gli uomini.
Il problema dei cadaveri
La prima ondata di stermini a Treblinka durò 5 settimane, dal 23 luglio al 28.8.1942, facendo circa 215 mila vittime, tutte provenienti dal ghetto di Varsavia. Il campo non era stato predisposto per uccidere un numero tanto elevato di persone, sicché le camere a gas non erano sufficienti per mantenere questo ritmo e soprattutto l’escavatrice non era in grado di preparare le fosse necessarie a contenere tanti cadaveri. Alla fine di agosto del 1942 a Treblinka regnava quindi il caos. Il capo Globocnik e l’esperto delle camere a gas Christian Wirth, dopo un’ispezione al campo, licenziarono il comandante Eberl e, al suo posto, nominarono Joseph Stangl (v.) già comandante di Sobibor (anche lui sarà attivo più tardi in Italia). Sotto il comando di Stangl le camere[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 416
Brano: [...]pparenza temerario, era stato necessario, « in quanto il primo dovére di un partigiano consiste in un assoluto rispetto delle proprie armi. ’’ Non solo per il sacrificio che costa procurarsele — diceva —, ma anche per una questione di dignità.. Se un partigiano perde l'arma in azione non è degno di stare con noi, perché dimostra che la sua preoccupazione maggiore è di salvare se stesso, non quella di colpire il nemico ” ».
(Da Elio Cicchetti, Il campo giusto. Edizioni La Pietra, Milano, 1969).
Franchini, Rodolfo
N. a Livorno il 3.6.1912; falegname. Comunista, nel 1939 fu condannato dal Tribunale speciale a 6 anni di reclusione per aver svolto azione di propaganda antifascista tra i soldati e gli studenti.
Dopo i’8.9.1943 ha preso parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza toscana, comandante di squadra della Brigata Garibaldi « L. Ballerini » della Divisione « Potente ».
Franchini, Vinicio
Emilio. N. a Milano l’11.10.1912. Di famiglia socialista e attivo antifascista, nel 1942 aderì al P.C.I.. Dopo T8.9.19[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 370
Brano: [...]otivazione della m. d’o. — al comando di un pezzo contro cui si accaniva la violenza del tiro di un semovente nemico, incoraggiava i serventi con la parola e con l’esempio finché una granata nemica lo colpiva in pieno ».
Flossenburg
Località bavarese (Germania Occidentale) nei pressi della frontiera cecoslovacca. Il 2.5.1938 i nazisti iniziarono ad allestirvi un lager che, dapprincipio, venne usato come campo di lavoro per detenuti comuni. Il campo fu considerato di Il categoria, come Buchenwald (v.). Il 5.4.1940 giunsero a Flossenburg i primi deportati politici, di nazionalità polacca e cecoslovacca, ai quali si aggiunsero poi francesi, belgi, olandesi, jugoslavi e migliaia di prigionieri di guerra sovietici. A partire dal 1941, allorché i nazisti avviarono il loro piano di costruzione di fabbriche sotterranee per assicurarsi la continuità della produzione industriale in una guerra ormai prevista di lunga durata, Flossenburg divenne uno dei più importanti centri di lavoro schiavizzato. Dal campo centrale vennero a dipendere 74 kommando[...] [...]iarono il loro piano di costruzione di fabbriche sotterranee per assicurarsi la continuità della produzione industriale in una guerra ormai prevista di lunga durata, Flossenburg divenne uno dei più importanti centri di lavoro schiavizzato. Dal campo centrale vennero a dipendere 74 kommandos esterni, in 47 dei quali lavorarono uomini, mentre negli altri 27 si ebbe mano d'opera femminile. Tra le più importanti dipendenze vi furono Litomerice (v.), il campo di lavoro di Terezin (v.) e le officine Hersbruck, dove si fabbricavano armi. Altri kommandos esterni erano Ansbach, Auerbach, Cham, Chemnitz, Gròdltz, Gunnersdorf, Johanngeorgenstadt, Kirchheim, Kònigstein, Langenfeld, Mockethal, Muelsen St. Michael, Norimberga, Nossen, Obertraubling, Porschdorf, Pottenstein, Rabstein, Regensburg, Reichenbach, Saal a.d. Donau, Saal bei Kehlheim,
Schloss Neuhirschstein, Schwandorf, Stamsried, Venusberg, Zschachwitz, Zwickau.
A partire dal settembre 1943 cominciarono a giungere a Flossenburg anche deportati italiani. I primi furono 150 « lavoratori speci[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 45
Brano: [...]iaffacciatosi sei mesi più tardi sulla scena politica, il 15.4.1947 sorse intorno alla sua figura il Rassemblement du peuple frangais che, diretto da J. Soustelle, G. Palewski e A. Malraux, ottenne importanti successi elettorali propugnando la creazione di un esecutivo « forte » e il mantenimento delle colonie, attaccando parlamentarismo e sostenendo, in campo sociale, posizioni di tipo corporativo.
Tuttavia non era ancora l’ora di De Gaulle. Il campo politico era dominato dal Movimento repubblicano popolare (d’ispirazione cattolica), dai radicali e dai socialdemocratici, impegnati nella guerra fredda e nella lotta contro i comunisti. I grandi
Il presidente della Repubblica De Gaulle vota nel seggio elettorale di Colombeylesdeuxéglises per le elezioni del 3.5.1967
problemi del momento misero in luce l’impotenza dei partiti, generando nel paese il progressivo discredito delle istituzioni democratiche. In politica estera i governi francesi si dimostrarono succubi degli Stati Uniti e totalmente incapaci di risolvere la pesante situazion[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 561
Brano: [...]e (Sabotaggio}, 1945, regista Jacques Kupissonoff; Forgats d'honneur £11 cammino di Buchenwald), Belnapro Sedif, 1945, regista E.G. de Meyst; Baraque n. 1 (Baracca n. 1), 1945, regista E.G. de Meyst; Terroristes (I terroristi), A.F.A., 1945, regista Jean Gatti; Les procès des tortionnaires (I processi dei torturatori), M.G.M., 1946, regista André Cauvin; La tuerie de Courcelles (La strage di Courcelles), M.G.M., regista André Cauvin; Breendonck (Il campo di concentramento di Breendonck), Ministero deH’Istruzione, regista Marcel Roothooft; Tombés à l’aube (Caduti all’alba), Ministero dell’istruzione, regista Marcel Roothooft; Ardennais dans la bataille (Uomini delle Ardenne in lotta), Ministero dell'Istruzione, regista Marcel Roothooft.
Bulgaria: Trevoga (Allarme), Studio cinematografico Sofia, 1950, regista Zachari Jandov; Danka (La fortezza delle schiave blu), Studio cinematografico Sofia, 1951, registi Ivan Ficev e Boris Borozanov; Nicola Vapzarov, Studio film documentari, 1954, registi Ducio Mundrov e Nicola Korabov; Geo Milev, Studio c[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 523
Brano: [...]erazione, quando questi giunsero a Cesano (gennaio 1945), si trovarono di fronte qualcosa che sembrava un cantiere improvvisamente destinato a campo di concentramento: nei grandi edifici che dovevano servire da dormitorio a migliaia di uomini esistevano i muri perimetrali e i soffitti, ma mancavano del tutto porte e finestre, impianti elettrici e illuminazione, mentre i giacigli erano rappresentati da poca paglia gettata sui pianciti di cemento. Il campo non disponeva di alcun servizio sanitario* e non vi era acqua: ogni giorno ne giungeva un’autobotte da Roma, ma doveva servire solo per bere. Chi voleva lavarsi doveva ricorrere alla fontanella del paese a un chilometro e mezzo dal campo. Nel « centro di addestramento » praticamente non esistevano orari né unà qualsivoglia disciplina formale. Di esercitazioni non era il caso di parlare: al massimo, qualche ufficiale più volenteroso cercava di riunire un certo numero di soldati per organizzare marce nei dintorni. La maggior parte dei militari, in
abito borghese o vestita nelle più ibride fo[...]
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successivi |
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Il campo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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